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Kolossal Primarie in Puglia: gazebo anche nel presepe di nonno Vito

Esperimento ultraacrobatico di democrazia planetaria, anzi interplanetaria e se possibile interstellar.

“Protagonista del tuo futuro”???

Macché, vogliamo rovinarci: sii protagonista del tuo cunicolo spazio-temporale!!!! OGGI è POSSIBILE! Grazie ai nostri seggi allocati in ogni dove.

L’allarme degli esperti: “La ragione di tutto questo? È evidente: siamo all’ultimo fumoso ma spettacolarmente pirotecnico gran ballo della democrazia prima di farla collassare definitivamente nel wormhole pugliese”.

Per le primarie regionali pugliesi, che si terranno domani 30 novembre 2014, hanno disseminato gazebo e postazioni di voto ovunque nel mondo materiale (per esempio in Emilia Romagna) e immateriale, si dice per facilitare il compito a minorenni, “fuorisede”, cittadini di altri paesi UE dotati di documenti di riconoscimento, cittadini di altri paesi UE non dotati di documenti di riconoscimento ma pettinati con la riga a destra, cittadini di altri continenti dotati di “sincero spirito democratico”, apolidi dotati di nulla che sappiano però fare la o col bicchiere, autoctoni che non sappiano fare la o col bicchiere, migranti muniti di normografo, cinesi purché si presentino in massa, reclusi che abbiano fatto sapere di non volerne sapere di correggere la loro condotta, pregiudicati non collaboratori che abbiano però ottenuto programma protezione e vivano sotto altra identità in un paese sconosciuto, famiglie di Casal di Principe che abbiano ritirato la loro indignazione per i libri di Saviano, solari votoscambisti senza remore valoriali, longoidi da cassarmonica, protolongoidi che abbiano mentito senza fallo sulla cessione di un’area al comune, longolonghiani che abbiano abusato del termine “benefattore”, longolongoidi che redarguiscono il prossimo per aver tirato la corda, longolonghissimi che per quindici anni si siano ben guardati dal tirare la corda, longhiani da contrizione per “esserci andati a mettere nei guai con le nostre stesse mani”, pierini del rinnovareinsieme ma anche il sottoinsieme, marioloidi da corriera, lacalamità naturale adesso a modugno, bramini bellicapelli, matahari biancovestite, occhicerulei, automuniti bella presenza, lingue straniere inglese eccellente - francese ottimo - fluente sine e none; no perditempo .

Dunque, domani, come ti giri e ti volti, trovi un banchetto per apporre la crocetta su uno dei candidati alle primarie pugliesi a condizione che smolli due eurini o, in alternativa, un vassoio di cannoli, no dolcettoscherzetto, sì sparabiscotti Tescoma. Urne ovunque, dal circoletto di un problematico quartiere di periferia all’ovile di strada sulla mulattiera, dai corridoi di Asclepios alla fossa bradanica, fino in Emilia per votare Emiliano, e rinculare a Minervino se opti per Minervini. Vuoi votare Stefàno? Ebbene, in questo caso, dopo lo strappo all’inguine di Vendola (“stop primarie” dixit), se proprio ci tieni te lo voti sulle langhe dai giorni che vanno da Natale a Santo Stefano in quel di Santo Stefano Belbo.

E ancora: gazebo transfrontalieri, gazebo nel presepe di nonno Vito, gazebo nel Massachussets e nel Nevada,

a Machu Picchu, nel Corno d’Africa, sul Tropico del Cancro, da qualche parte nella troposfera, sulla stazione spaziale internazionale, in nuovi sistemi solari per assicurarsi il voto di “loro”, ovveromente di eventuali altre “entità”. Sono di centrosinistra? Non sono di centrosinistra? Pare che gli organizzatori abbiano risposto: “porsi oggi un quesito del genere, noi crediamo, noi che ci mettiamo la faccia, sia tipico di personalità paranoiche soggette a deliri onanistici. Bisogna accettare l’idea dell’altrove e la necessità dell’aprirsi a nuove realtà, a questo noi ci sentiamo chiamati, al dovere, cioè, di esplorare le potenzialità del centrosinistra anche nel centrodestra, nella troposfera e nel presepe di nonno Vito”.

Auguri.

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trilogia del potere

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SUDCRITICA

IL SINDACO PDUDC CHE SI CREDE BERLUSCONI

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L’ASSEMBLEA DEI GATTIPARDI

IL NUOVO CONSIGLIO COMUNALE DI MODUGNO.

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Parole in libertà condizionata

“Vergogna, giustizia, amore, libertà, ribellione, bellezza, scelta. Anche solo chiamare le cose con il loro nome è un gesto rivoluzionario.” Così Gianrico Carofiglio, magistrato, scrittore e deputato PD, ha scelto di promuovere il suo saggio La manomissione delle parole.

Ora, qui si accetterebbe pure la totale autonomia del significato dal significante (soprattutto in arte) ma tre parti in commedia – ribadisco: magistrato, scrittore e deputato PD – sembrano troppe e lo sconfinamento nel gioco delle tre carte è un pericolo concreto. Chi parla? La toga, il romanziere o l’uomo politico? Passi che a parlare siano i primi due ma nel momento in cui ci si infila in una casacca politica, e si scrive un testo dalle ambizioni socio-politiche, il terreno si fa scivoloso e l’intestazione di certe battaglie contro la degenerazione del linguaggio nel discorso pubblico, contro l’impoverimento espressivo indotto dalla lingua del potere e dai suoi slogan, ebbene, questo nobile impegno per difendere le parole dal saccheggio, dall’insolenza e dalla prepotenza dei leader politici, acquista il sapore sgradevole della doppia morale. Oh, quanto candore occorrerebbe a Carofiglio perché non veda la radicale dissociazione tra le sue sacrosante digressioni e le indecenti pratiche partitiche adottate dalla sua stessa formazione politica, ad ogni livello territoriale. Qualunque sia il campo d’osservazione (dal locale al nazionale) si nota un unico, implacabile fenomeno: la rincorsa, affannosa fino all’inevitabile caricatura, a qualcosa che è già una tragica e devastante caricatura in sé. Il berlusconismo. Additato appunto come il principale brutalizzatore della lingua. Che turpitudine possa mai essere questa caricatura di una caricatura, questo sconcio scimmiottamento di una scimmia, pare invece un fatto da passare sotto silenzio.

Uno slogan per tutti, qui al mio paese: IL CORAGGIO DELLE SCELTE.

Chi sarebbe l’intrepido possessore di questo onorevolissimo attributo? Il candidato sindaco del PD, naturalmente. E non si trascuri la forza del partito che quel candidato oggi esprime e che di quel coraggio (delle scelte) vuol essere contitolare. Bene, chi vive a Modugno non potrà non notare come sia curioso e stonato che figure già in partenza tutt’altro che ardimentose si attribuiscano unilateralmente una virtù che mai nessuno si sarebbe sognato di riconoscere loro (con tutta la recente storia amministrativa che basta a sconfessarle prima d’ogni altra cosa proprio sotto l’aspetto del coraggio). Si aggiunga che all’indomani del primo turno della consultazione elettorale è seguita una commovente vicenda di riavvicinamento familiare, in vista del ballottaggio, tra PD e UDC, i quali sono così addivenuti ad un accordo politico-programmatico che molto probabilmente consentirà loro di vincere al secondo turno. Il tutto, però, dimenticandosi di formalizzare l’apparentamento. Che sarebbe come dire che proprio davanti all’unico atto che potevano porre in essere, questi prodi, questi valorosi, questi coraggiosi, questi duri a morire, precisamente nell’ora della scelta si sono tirati indietro. L’intesa è sostanziale ma non è ufficiale; più crudamente, l’accordo è stato raggiunto alla zitta, o sotto banco che dir si voglia. Lo svuotamento delle parole è felicemente riuscito. La truffa semantica pure. L’appropriazione indebita di attributi compiuta. Lo slogan usato in senso perfettamente berlusconiano.

Va da sé che non di sola tartufaggine si tratta. L’operazione è stata infatti deliberatamente concepita per appropriarsi di una seggiola in più, un posto di minoranza (e quindi di garanzia, cioè di democrazia) spettante ad uno dei candidati sindaci non vincenti. Come chiamare tutto questo? Se ci fosse Berlusconi o anche solo sua sorella non si avrebbero dubbi: concezione padronale delle istituzioni, cancellazione dei presidi democratici, aggressione ai danni delle voci critiche.

p.s. 1 Indagini della magistratura barese su mezzo centrosinistra che andrà a comporre il consiglio comunale. Le notizie trapelano timidamente (fin troppo timidamente) dalla stampa locale ma a detta del PD i giornalisti vogliono sostituirsi ai politici e poi gli elettori si sono espressi chiaramente. Ma non s’era detto che il consenso elettorale in alcun modo poteva costituire un lavacro per chi aveva commesso reati?

p.s.2 Il probabile sindaco di questa ridente cittadina si avvantaggia della prescrizione per un’altra vicenda giudiziaria. Per molti (quasi tutti) quindi è innocente. Chi chiede scusa a Minzolini? Io no, sicuramente, ma qualche elettore del centrosinistra gliele deve, non ho dubbi.

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Visti da Modugno

Non credo un cazzo che i partiti siano finiti, morti, come sostiene Grillo nella sua rozzezza analitica e come vogliono farci credere altri tetri soloni oppure l’ormai troppo astuto uomo della strada. Semplicemente si sono trasformati, e forse neanche tanto; magari oggi hanno una mise diversa ma sono vivi, robusti, panciuti, prosperosi come un tempo. Certo, fino a un ventennio fa apparivano più caratterizzati ideologicamente e più centralisti nell’organizzazione mentre oggi vestono à la page, sembrano più fluidi e fluidificati (io direi unti e bisunti), ben sciolti nell’acqua sociale, tanto da farti credere di essere meno invadenti, più gentili, più adatti alla modernità, più adeguati e low profile. Poi arrivano gli appuntamenti elettorali, e con essi la loro forza dirompente, le loro strutture (sempre uguali, altroché), il reclutamento, la campagna elettorale (chissà come, bella rilassata sotto l’aspetto della copertura finanziaria), il loro trionfo. E il trucco, grazie al quale tutti avevano creduto alla puttanata della morte dei partiti, è presto svelato: sono cambiati solo nella fase del reclutamento. Qui è l’imbroglio.

Succede così, che tutti (o quasi) coloro che sono/saranno eletti restano per lungo tempo fuori della vita partitica trastullandosi nel compiacimento di additarla come luogo malfamato, giusto perché non va di moda essere uomini di partito e quindi per acquisire quel volto, ancora una volta, moderno e presentabile (è lo stesso partito alla moda che ti concede, per la bisogna, questa lunga vacatio, questo spensierato cazzeggio); per poi tutti confluire nei partiti al momento del voto. Nella sostanza nulla è cambiato, il partito è nuovamente, prepotentemente in primo piano, come unica articolazione possibile per la capacità di organizzare nella competizione quei soggetti non di rado dilettanti, non di rado analfabeti, non di rado spropositatamente ricchi, non di rado corrotti, non di rado criminali. E traghettarli nei luoghi del potere. E da lì poi ricominciare con le marionette, col partito vedo e non vedo.

altri spot

mannaggia al cassettone

L’ho tirata in ballo favoleggiando di certe primarie in un post in cui prevaleva il divertito cinismo di mischiare tutte cose: massimi sistemi e papabilesse, democrazia e inettitudine politica, pettorute cazzute e comitati centrali impegnati nella Iesima internzaionale del pollame. Countinua a leggere »

diario di un giullare timido, letteraria

I denti bianchi di Pio La Torre

La tre giorni del Caffè Letterario è stata una camera iperbarica fatta arrivare a Modugno grazie all’abnegazione e all’ansia di partecipazione dei ragazzi di Giovani Menti Attive in collaborazione con la scuola di formazione Antonino Caponnetto. Ad un paese ad ossigenazione (dei tessuti) limitata è stata data l’opportunità di farsi somministrare un po’ d’aria pulita. Non tutti quelli che potevano beneficiarne però hanno saputo approfittarne. Già, perché in questo comune, letteralmente ammorbato da un’aria pestilenziale, da anni, si preferisce soprassedere, lasciare andare e mandare in vacca tutto quanto. E anzi no. Forse non è questo. Forse il fatto che ci sia puzza di merda, merda originale, che si diffonde nel centro abitato quasi che questo fosse un unico, sconcio vicolo pieno di miasmi e esalazioni infette, rappresenta per molti un segreto piacere: come quando si molla una loffa a letto e ci si ritira con tutta quanta la testa sotto le coperte per bearsi dei propri odori. Countinua a leggere »

altri spot, diario di un giullare timido

invito

L’associazione

GIOVANI MENTI ATTIVE

con la partecipazione di

Presenta:

Caffè Letterario “A Colloquio con la Cultura”

Sala Beatrice Romita – presso i Vigili Urbani – Modugno ore 18,30

 

Venerdì 9 ottobre “A colloquio con l’ambiente

Dott. Giuliano FOSCHINI - Autore dei “Quindici Passi”

Dott. Carlo VULPIO-Autore de “La città delle nuvole”

Dott. Marco BOSCHINI-Autore de “L’Anticasta”

Modera: Giuseppe MILANO – scuola A. Caponnetto

 

Sabato 10 ottobre “A colloquio con la Democrazia”

Dott. Nicola SACCO-Autore di “Racconti a Vita Bassa”

Dott.ssa Tania PASSA - Sociologa e giornalista

Don Rocco D’AMBROSIO – Autore di “Malapolitica”

Dott. Beppe LOPEZ- Autore de “Giornali e Democrazia Countinua a leggere »

la miglior vendetta, minimi sistemi

A defibrillatore ancora caldo

IMPORTANTE AGGIORNAMENTO DEL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETA’.

Può anche darsi che abbia gli stessi, beceri sospetti manifestati nelle ultime quarantotto ore dai camerieri del centrodestra. Solo che io gongolo. La mia conclusione è, infatti, fortemente agli antipodi di quella sottocultura:

LA DEMOCRAZIA, O COME DIAVOLO SI CHIAMA O QUEL ZINZINO CHE NE RESTA, SALVATA IN EXTREMIS DAI MEDICI.

Per ora.

Questo sul piano civile.