Archivi per il mese di Agosto, 2009

diario di un giullare timido

Contro l’omertà. Fuori i nomi

Davanti a Ciciuariedde della frutta ci stava un gran quaquigghio di fioroni e anguria schiattati per terra. Vituccio Cevolelova, oltrepassato ‘u Tremuande, spuntò da sotto l’arco e, temendo scivoloni, acchemenzaje a gredaje appresso a Ciuciariedde: “Uagliò, ma ce sta a chembine?!! Ma vuè staje chiù attente??!!”. “Vetucce” rispose il fruttivendolo, “allassame perde. Ca ce non se sporche non se pelenze.”

altri spot, letteraria

Ma non sono un critico letterario, eh …

Sono pagine di storie curiose e di risate, di polle, crete e contrafforti; rocciose o boscose come l’universo che racconta. Fresche nonostante l’acqua calda termale attorno a cui tutto ruota. Libro scavallante tra le groppe della vita come la gambe nude scavallanti dal predellino di una Bentley per porgere all’onor del mondo una stratosferica bellezza russa.

Scritto a flusso, si legge a tonfo. Lingua bombardante come una contraerea quando la narrazione si fa guerrigliera, liricamente commossa quando vuole restituire la solitudine di un cipresso.

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Prima delle protesi e dei caballeros

Il mare di pettegolezzo antico è lontano una manciata di chilometri. Ma il pettegolezzo informa tutta la provincia, dove non si è mai stati abituati a dire la verità neppure sulle piccole cose. Ecco perché si diffida sempre, si diffida anche dell’onestà e delle passioni spassionate, disinteressate, reputandole travestimenti del solito tornaconto personale. Per conseguenza si cresce storti, nutrendosi di argomenti contorti, si viene su doppi e vili, ferocemente capaci di svilire l’opera buona. Pettegoli e miscredenti di qualunque benemerenza. Niente a che vedere con un salutare scetticismo o con una certa accortezza critica sui fenomeni del mondo. E su tutto una religiosità esteriore, buona per svoltare ogni cosa, ogni tragedia, ogni evento, in processioni e liturgie e celebrazioni. La vita manca, asfissiata dal cattolicesimo di facciata.

Tragedia non v’è mai. Nonostante il dramma della vita quotidiana.

Sentimenti urlati, come in caso di lutto, ma mai veritieri, mai che siano di quelli che innescano una reazione. Inerzia del sud. Gliela devo raccontare io a Bossi, anche se non se la merita. L’aria è satura di fiori che marciscono al caldo e dell’odore di popolo creato, nonostante tutto.

La libertà è una vertigine, e perciò, per non subirne i giramenti di capo e per non vomitare a nastro, la si appalta alla borghesia burocratica e ai preti. E si finisce col cappello in mano su antichi cisternoni seminterrati, sulle cui lisce e biancheggianti pietre sfileranno i politici per le loro autoconsacrazioni; si vegeta in perenne soggezione dei potenti distributori della carta bollata, delle certificazioni e delle raccomandazioni; oppure in inutile adorazione dei cristi illividiti sulla croce o delle addolorate fazzoletto paracolpi in mano. La parte migliore di tutta questa devastazione è che può capitare di mancare la tragedia anche per una certa capacità di commedia, cioè per un’infinita capacità di recupero. Possono: degradarsi il centro storico, sconocchiarsi le antiche mura, erigersi sputatori di veleni, immerdarsi le periferie, strozzarsi le viabilità, involgarirsi gli uomini, immignottirsi le donne (sempre onorevolmente, attenzione!), imminchionirsi i vecchi alle panchine sudice. Può terrificarsi un mondo, ma ci sarà sempre qualcuno a dire: eeeh, campe ‘u verme sotte o’chiancone …

È il trionfo del CANTACHETIPASSISMO. Nella rovina e nella bruttezza LA NOSTRA GRANDEZZA.

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Los dos caballeros

Qualche volta si possono perdere le tracce di Berlusconi. Le perdono i giornalisti e forse anche il Viminale. Le si perdono per colpa di quel suo mal di schiena, costretto in qualche centro benessere rigorosamente segreto. Eppure qualcuna lo ha visto, in elicottero, atterrare in un campo tra i mandorli. Diretto in una masseria-trullo della Valle d’Itria. Le stesse depositarie della visione, inventerebbero e, quel che pare più incredibile, ostenterebbero, visitate da non si sa quale demone della vanità, trascorsi di convegni carnali col nume. Visitate dal demone e dall’unto. Donne sposate e dabbene che non temono disistima né del marito, né dei figli, né della abituale cerchia di amici e conoscenti, perché anzi prescelte, elette. Questo segno d’elezione che contraddistingue l’intrattenimento sessuale col nostro capo del governo da una qualunque porca scopata col manzo che viene a rifarti il lastrico solare è il vero incantamento italiano che mette al riparo certe signore dall’ignominia della prostituzione più bassa. Un incantamento che trasforma una spregevole bagascia in escort, con un ribaltamento semantico che ha dell’incredibile e che nessuno osa far notare. Sarà il cattolicismo angustiante, ma se sei raffinata, con gusto, modi, stile, classe, canto e artista della manucaptazione, puoi farlo per soldi o per un gettone di presenza: ti chiameranno escort, e il passo futuro ti vede dipingere tazzine e paraventi. Se semplicemente ti prude la fregna, sei una squallida puttana. E mi sembra un segno questo che accomuna più di ogni altro l’evo berlusconiano al ventennio fascista. Il famigerato momento in cui dittatura mussoliniana e berlusconismo si toccano e risultano quanto mai vicini è l’accoppiamento del capo. Il decisivo momento in cui i due cavalieri s’ingroppano.

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La protesi

“Per ottenere i migliori risultati è essenziale impiantare la protesi il più possibile in posizione anatomicamente corretta. Le protesi modulari, attraverso l’utilizzo di colli che agiscono sulle tre variabili spaziali, consentono il ripristino della corretta anatomia articolare anche in quelle situazioni in cui questa è completamente sovvertita.”

 

Fatti il segno della croce all’ammerse (a rovescio), questo è il panorama: circoli della birra tra la libertà e la madonnella (sono due quartieri di Bari) per raccattare voti, ville in faccia al mare a Giovinazzo (dove festeggiare), ospedali ed asl per gli affari, via Capruzzi per andare a posar le chiappe alla Regione. Ecco la nuova mappa del potere nel capoluogo pugliese.

I vari Gian Paolo Tarantini e le bellezze solatìe come Patrizia D’Addario o Barbara Montereale sono, da un punto di vista antropologico, baresi della più bell’acqua: cresciuti all’ombra della diffidenza e dell’agonismo mercantile, al solleone dell’ostentazione de’ pesciaioli, ammiratori dei potenti e di quello che i potenti ammirano, prima di diventare potenti essi stessi, prosseneti ed escort. Con loro la questione meridionale, il riscatto e l’emancipazione da atavici servaggi sono ridotti a una pallida reminiscenza. Conoscono una sola libertà, molto terradibari, quella di sderenarsi tra consimili. Perché cresciuti a pane e furbate, nel mito dell’astuzia continua e anche in una certa ferocia del volere perito il nemico, convinti che nemico sia chiunque non gli si allei. Alleanze, tra l’altro, immancabilmente a geometria variabile. Ma pur sempre gregari, costretti al dispositivo inalatore (tra le froge o in mezzo alle jambe), capaci di andare oltre le intenzioni del loro protettore supremo, compiacendolo e compartecipandolo. Maestri in protesi, s’edificano un’intera protesi di vita, in mancanza di una loro per l’appunto, e i residui, le scorie, gli scarti delle loro fabbrichette diventano i ginocchi e le anche dei poveri cristi, difettati all’origine, turlupinature di ’sti borsaneristi di articolazioni e di fica. Roba che viene voglia di custodire gelosamente le proprie manchevolezze, cioè le proprie verissime amputazioni, moncherini che possono venire buoni per una masturbazione tra reietti, epperò autenticissima ed eroticissima, mica farlocca e compulsiva come quelle altre sulla linea Palazzo Grazioli - Villa La Certosa. Linea sulla quale pare che il nuovo ritrovato sia una figa di legno che scorre su mazza in polietilene.
Curioso come alla neurochirurgia del Policlinico di Bari una delle protesi più richieste (o forse più imposte dai primari e professori, già sotto i riflettori come famelici baroni) fosse lo stabilizzatore della colonna vertebrale. Costo, pare, fino a trentamila euro. Etticredo che la spesa sanitaria regionale finisce fuori da ognigraziadiddio.
Questi sistematori e raddrizzatori delle ossa degli altri quale contrappasso meriterebbero?