Un estratto da Sud Critica su Caso Modugno - La formula inedita della

corruzione bipartisan

[il partito unico]

IL SINDACO E I CONSIGLIERI DEL PD INDAGATI DI MODUGNO SI “AUTOSOSPENDONO” DAL LORO PARTITO. TUTTO QUI


di Nicola Sacco

Forse il Sindaco di Modugno ci vuole prendere per sfinimento da esegesi dei suoi messaggi o forse non si rende conto delle torsioni che imprime al suo linguaggio, reduce com’è da una storia partitica “costretta” per troppo tempo al ricorso a parole e comunicati mai significativi di niente per giustificare la propria presenza in abominevoli maggioranze a sostegno di parimenti abominevoli amministrazioni. Tuttavia, vogliamo ricordargli che esistono ancora individui e pezzi della società civile, determinati a non farsi devastare mentalmente dalla sua prosa, anzi, piuttosto ben allenati a riconoscere in essa, nelle sue reticenze, nei molti balbettii e nei suoi incredibili numeri di equilibrismo, i sintomi delle difficoltà di un ceto politico nonché i ruggiti mal soffocati di un potere ferino.

Il sig. Sindaco. Lo si invita a dare qualche spiegazione dei suoi problemi con la giustizia  - non tutte le spiegazioni che occorrono in un tribunale, naturalmente - alla cittadinanza, nella quale è compresa anche il suo elettorato, e lui sceglie di non rispondere; le indagini prospettano uno scenario di una gravità clamorosa, per il coinvolgimento di troppi soggetti politici e para-politici (troppi sono gli amministratori, i consiglieri di maggioranza e di opposizione, i tecnici, i direttori generali, i sindaci e gli ex sindaci coinvolti), facendogli con ciò notare che non c’è un problema Domenico Gatti in quanto nome e cognome ma ne esiste uno molto più ampio e sovradimensionato e preoccupante … e lui sceglie di minimizzare - diventando ipso facto egli stesso, nome e cognome, quel problema che prima eravamo disposti a negare . Quasi, anzi, a conferma che le preoccupazioni dei cittadini in questa città sono condannate all’irrilevanza. La politica? E quando mai è venuta occupandosi di queste?

Per intenderci meglio, “Sono indagati [dal PM di Bari Francesco Bretone] per il reato di concussione amministratori Pd, Udc e Api della vecchia e nuova amministrazione comunale di Modugno, accusati di aver, a vario titolo, partecipato dal 2003 sino a pochi mesi fa al rilascio di concessioni edilizie fatte costringendo i costruttori a versare tangenti in denaro e beni vari.” (dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 28 ottobre 2011). Succede che, a seguito di queste notizie, comincino a spuntare svariati appelli alle dimissioni. E il Sindaco di Modugno, Domenico Gatti, che fa? Replica (tardivamente) che fino a quando l’azione giudiziaria non entrerà in contrasto con la sua amministrazione, questa andrà avanti. Ma allora, ci si chiede, il signor Sindaco non ha compreso qual è il reato su cui si indaga? Come può il sospetto di concussione,“il più grave dei reati contro la pubblica amministrazione”, non essere in contrasto con la suaamministrazione - dove l’aggettivo possessivo individua esattamente lui come primo cittadino, cioè come primo cittadino (imputato e) indagato? Come può essere che ciò non interferisca con il loro mandato? Come può essere che un’indagine riguardante non una sola persona ma un intero blocco di potere non interferisca “con i diritti della città”?

Con tutta evidenza: non può essere.

O forse intendeva dire, il sig. Sindaco, che non vi può essere contrasto tra indagine e amministrazione nel senso che non si dà contrasto, in quanto c’è sì l’indagine ma manca l’amministrazione? Aggiungendo magari l’ammonizione all’indagante a non interferire con i diritti della città, perché non si dà interferenza tra il PM, che c’è e va rispettato, e i diritti della città che non esistono perché tutto è da tempo cosa loro (degli indagati)? Si sono preservati i diritti del Partito Democratico, con l’autosospensione. E tanto basta, no?

Ma ancora, il sig. Sindaco non si risparmia d’esprimere una sorta di timore che questo Consiglio Comunale, data la situazione, si ritrovi ad avere molti nemici politici.

Noi aggiungiamo che molti nemici li troverà anche nei semplici cittadini, i quali, dal loro punto di vista, e non ricevendo più spiegazioni da un’eternità, non possono più fare a meno di considerare questo Consiglio Comunale come oggettivamente corrottoCorrotto da un terribile sospetto che lo attraversa in senso trasversale. Corrotto dalla comune necessità di elaborare una linea difensiva che resti coerente tra tutti i suoi componenti, indagati e no. Perché? È forse pensabile che tutto questo non avrà dei riflessi? Sembra verosimile che tutto questo non finirà per condizionare e intossicare maledettamente la vita e l’attività consiliare? Corrotto, dunque, questo Consiglio Comunale. Corrotto nel suo significato, nella sua ragion d’essere istituzione che favorisce e sviluppa la dialettica democratica (Costituzione alla mano).

E nonostante tutto, a loro, sembra dire il Sindaco, non importa più di tanto. “Fa parte del gioco”. Già, un gioco al massacro. Al massacro della democrazia. Qui, in Modugno.

PS - E insiste.

L’autosospensione come “atto d’amore per salvaguardare l’immagine del Partito Democratico“.

E qui mi incarognisco. Se l’autosospensione dal partito serve a salvaguardare l’immagine di un partito, a fargli ritrovare una verginità evidentemente compromessa da un’inchiesta, logica vuole che la mancata autosospensione dalle cariche pubbliche non salvaguarda l’immagine delle stesse. Cioè, le figure istituzionali del sindaco e dei consiglieri sarebbero, allo stato dei fatti, vilipese e pervertite dalle persone che le abitano. Se il Partito Democratico si ricuce la passera, le istituzioni cittadine possono invece squadernarla serenamente, felici e contente di mostrarla tutta sconciata?  ns