Fu così

che misi quella sua giacca blu. per le serate più fresche che vennero dopo l’otto aprile.

per cartucciera il suo borsello a tracolla.

la sua graziella come veicolo tattico leggero.

acquattata nelle mie fondine una forza inimmaginabile.

e scesi nella via. flagello contro tutta la mia pigrizia.

in assenza di gravità, sgovernato per qualcuno, mi ostinai a meritarmi il suo supplizio.

finii il lavoro.

poi infilai le sue ciabatte e me ne stetti un poco in casa. senza troppo riposare però. con tutto un dolore ottuso a ripassarti. a essiccarti.