Archivi per il mese di Giugno, 2012

funghi patogeni, riflessioni su due ruote

troppa grazia /6

Perché un ricordo si formi, la conoscenza [che occorre] è pertinente ai contrasti delle disposizioni d’animo, delle situazioni, delle circostanze. Una situazione erotica, nella quale il punto essenziale è stato l’isolamento tranquillo della vita in campagna, si lascia a volte nel modo migliore ricordare e interiorizzare nel ricordo (erindre og inderindre) in un teatro, dove l’ambiente e il rumore producono il contrasto. Non è però sempre l’aperto contrasto, quello felice. Se non fosse non bello usare come mezzo un essere umano, sarebbe forse alla volta una contraddizione felice, al fine di ricordare una situazione erotica, quella consistente nel procurarsi una nuova storia d’amore, puramente e semplicemente per ricordare l’altra. I contrasti possono essere in modo estremo oggetto di riflessione. Il culmine estremo del rapporto di riflessione fra la memoria e il ricordo è nell’usare la memoria come ricordo.

[s. k.]

L'Histoire Érotique
“Dimmi come ti senti oggi.”
“Come un buzzurro.”
“In quanto femmina ancorché decaduta ho un debole innato per buzzurri, brutali, guardiacaccia e famigli. Purché giovani e sani.”
“Anche per quelli afflitti da un’ansia di emancipazione da cotanto stato?”
“Assolutamente sì”
“Ma che te ne fai della giovinezza brutalista se hai bisogno soltanto di veglie.”
“Macché veglie! Provo per te una sensuale, sinistra inclinazione. Mi sa tanto che dipende dalle tue cosce di ciclista mentre la preghiera ti sboccia nel cuore.”
“Mi mandi in solluchero.”
“Adesso tutti questi pellegrini dovranno pregare perché la situazione non ci sfugga di mano. Rischiosissima. Percepisco una strana ebbrezza. Adesso vai ma non sparire per giorni!”

(continua)

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funghi patogeni, riflessioni su due ruote

troppa grazia /5

L’eros è conflittualità farneticante dell’io. il porno è, al contrario, oggettità irreciproca dei corpi non squalificata da nessun soggetto; oggettità che eccede il desiderio, o-scenità irrappresentabile. Carne senza concetto. [c.b.]
L'Histoire Érotique
Quanta forza ha di scattare ancora qui, su questo colle proibitivo.
“Siamo precipitati, Angelo. Adesso devo cambiarti il nome, affibbiartene uno nuovo di zecca che partecipi del nostro mutuo scambio di atti caritatevoli. Mentre io col mio corteo di fantasmi muovo ad una attesa cui non potrai mancare. Dio, come sei giovane! Ricorda, puoi solo vegliarmi.”

(continua)

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funghi patogeni, riflessioni su due ruote

troppa grazia /4

L’eros è conflittualità farneticante dell’io. il porno è, al contrario, oggettità irreciproca dei corpi non squalificata da nessun soggetto; oggettità che eccede il desiderio, o-scenità irrappresentabile. Carne senza concetto. [c.b.]
L'Histoire Érotique

Di notte sogna di vederla sotto le infinite arcate della chiesa, tra i banchi, di fianco al marito e al figlioletto. È innamorato. Lei si volta, lo guarda liquida, capisce e dice: “Sì ma adesso devi venire a prendermi dall’aldilà. Sono una statua cadavere, non puoi avermi, puoi solo vegliarmi”. Poi Angelo si sveglia e non conta più i muri che riuscirebbe a scalare in bici per la rabbia di aver perso quel sogno.

(continua)

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funghi patogeni, riflessioni su due ruote

troppa grazia /3

L’eros è conflittualità farneticante dell’io. il porno è, al contrario, oggettità irreciproca dei corpi non squalificata da nessun soggetto; oggettità che eccede il desiderio, o-scenità irrappresentabile. Carne senza concetto. [c.b.]
L'Histoire Érotique

Negli occhi fotogrammi di pellegrini accaldati che ghermiscono altri fotogrammi attraverso i loro cellulari lampeggianti sul bronzo della statua.

“Dimmi se ti innamori.”

“Da molto non mi capita” dice Angelo.

“Io mi innamoro di gente che mai mi corrisponde ovvero si spaventa di me e fugge. La gente si spaventa se le faccio conoscere tutta la mia biografia, allora ho inventato una versione edulcorata.”

L’acido lattico ha rotto gli argini: le immaginette, le statue a grandezza naturale, i grani di rosario, i libri sulla madonna, sono veleni nel sangue che i muscoli potrebbero rifiutarsi di smaltire. I polmoni bruciano come vi fosse stata scolata dentro una manciata di sabbia.

“Una storia come la mia è come un giacimento di uranio a cielo aperto. Rischio di far scappare le persone di fronte a tanta memoria di orrori patiti. Oppure di impietosirli. E io non voglio essere compatita.”

Sofferenti di varia natura si accalcano attorno a una bancarella. Un garbuglio di cerotti, garza e ovatta imbrattati di sangue e un fazzoletto, ben spiegato dietro il vetro di una campana, con una macchia nerastra al centro che si stempera in un più ampio alone affumicato su tutta la superficie restante del cotone. Non ricordi bene: era forse l’espettorato della sguattera tisica che per prima ebbe qui l’apparizione?

“Invidio molto la tua padronanza sulle due ruote. I tuoi polpacci e le tue cosce. Ma raccontami di te. Così. A pezzettini. Io oggi tempestata di preghiere e di giornalisti che devono scrivere su di me. C’è un mio amico giornalista con il quale per gioco ci diciamo delle stronzate tipo ti amo, oh sì, quanto ti amo. Mi assillano perché gli racconti degli episodi inediti per i loro mensili.”

(continua)

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altri spot, letteraria

oh, recchie!

altri spot, le torsioni dell'anaconda, letteraria

funghi patogeni, riflessioni su due ruote

troppa grazia /2

L’eros è conflittualità farneticante dell’io. il porno è, al contrario, oggettità irreciproca dei corpi non squalificata da nessun soggetto; oggettità che eccede il desiderio, o-scenità irrappresentabile. Carne senza concetto. [c.b.]
L'Histoire Érotique
Di nuovo su quei tornanti. L’arrampicata questa volta è un incubo di fatica, tendini e tessuti tirati allo spasimo sul punto di strapparsi. Troppo ravvicinata. Ma la smania di tornare sul luogo in cui lo spirito santo gli si era manifestato era incontenibile.

“Non voglio sapere qualcosa di te. Voglio che tu mi parli di te, Angelo. Mi s’è fatta voglia di sentire la tua voce.”
“Non saprei da dove cominciare. Fammi una domanda precisa.”
“Hai mai fatto il chierichetto?”
“Il chierichetto mai. Solo una volta, al quartiere popolare dove abitavano i miei nonni fui trascinato ad una messa dove si ritrovarono improvvisamente con penuria di chierichetti e mi fu proposto di assistere il prete nella funzione religiosa. Mi buttarono addosso una tunica troppo lunga nella quale non feci che inciampare tutto il tempo. E non sapevo poi cosa fare, sbagliavo tutti i movimenti nonostante mi fosse stato detto di non starmene troppo a preoccupare. Ma credo sia stato uno dei momenti più penosi della mia esistenza.”
“Il giorno più bello della tua vita.”
“Non mi sovviene. Sarà povertà di spirito?”
“Il tuo ricordo più antico.”
“Potrei confondermi, potrei credere di averne individuato uno e magari dopo scopro che ce n’è un altro prima.”
“Va bene, adesso vai che c’è tutta questa umanità che mi prega. Ma sappi che so cosa mi vorresti chiedere, per cosa vorresti che io intercedessi. Questo ti lega a me e da ora sei mio devoto. Devi manifestarti tu qui da me.”

funghi patogeni, riflessioni su due ruote

troppa grazia /1

L’eros è conflittualità farneticante dell’io. il porno è, al contrario, oggettità irreciproca dei corpi non squalificata da nessun soggetto; oggettità che eccede il desiderio, o-scenità irrappresentabile. Carne senza concetto. [c.b.]
L'Histoire Érotique

All’inizio saliva per restare solo. Spingeva più forte degli altri sempre per restare solo. Poi comprese che era la conquista della vetta ad interessarlo. Intuiva con ciò di avvicinarsi in qualche modo all’esser caro agli dèi. Ascendere in bici, restare a spellarsi l’anima sulla roccia spellata poteva ben essere una penitenza a cui far seguire una richiesta d’aiuto rivolta direttamente alla madonna sommitale. Già discreta meta di pellegrinaggio.


In capo a una manciata di scalate della stessa rupe aveva capito che lo scollinamento era tutto. Fermarsi a guardare la statua, lasciarsi attraversare dalla spiritualità del luogo per sondarvi una qualche benevolenza, una disponibilità.
Altroché.
“Puoi fermarti, sai?” gli pareva di aver sentito. Non si sbagliava. “Anche darmi qualche lume su di te. Perché mi cerchi?”
Terrorizzato si buttò giù per la discesa. A rompicollo. E la notte che seguì fu angosciosa. Verso l’alba cominciò a esaminare le cose un po’ più razionalmente: ci sono madonne che piangono e piangono addirittura sangue, ci sono madonne che esalano nell’aria in nebulose che compongono figure vagamente mantellate. Perché meravigliarsi se la sua aveva scelto di parlargli? Solo non capiva come queste entità celestiali potessero aver bisogno di sapere. Come? Non conoscevano già tutto loro?

altri spot, letteraria

Violenza della fine e volontà del Signore

Quaranta metri quadri, tettoia e pergolato. Ninì vive praticamente a cielo aperto, arredo scarso: una sdraio di là, sul lato scoperto, dove dormirci come un bradipo su un ramo di cecropia. La strada di edifici fatiscenti e lerci è soffocata dagli odori del carburante del caldo umido giugno delle scarcioffecoibisi della terra non scrollata dai vestiti dei senegalesi, e dai consueti gorgoglii della vita rionale.

Quando è finalmente rincasato è notte fonda, va nel frigo, ne tira via una tazza. Nelle peperonata gelida ci sbriciola sei puramente sette pastiglie di zoloft. Nel foglietto illustrativo alla voce interazioni nulla è detto a proposito del mischio tra setralina e ortofrutta, per cui via col pane intinto in questa zuppetta paranoica. La mano agguanta il vicino telecomando tutto incerottato, il pollice apre sul tre. Enrico Ghezzi sta presentando il prossimo film e nel farlo parla della violenza. Della violenza. Della fine. Della storia. Questa è la sua cadenza per parlare della violenza della fine della storia. Ninì pensa che la violenza della fine della storia è il capolinea di Marcianelle. Violenza della fine della storia è quella terra bruciata che incuba mine, subito alle spalle del capolinea di Marcianelle. Violenza della fine della storia è la mano di un bambino che colpisce duramente il corpo di un altro che tenta di scappargli via. È strifone.