Dovremmo forse metterci alla ricerca dei tre pastorelli per sapere. I tre pastorelli che conoscono il terzo segreto di Fatima – le ragioni per cui Filippo Bellomo si è dimesso dalle cariche di vicesindaco e di assessore alle attività produttive. Questo perché Papa Domenico Gatti, ritenendo non sufficientemente matura la comunità dei fedeli, ha deciso di non rendere pubblico il contenuto evidentemente “impressionante” del cosiddetto segreto.

E sì che dalle teofanie longhiane non si cava un ragno dal buco; Nostra Signora Peppino Longo ci concede una nuova apparizione ma, ahinoi!, seguita a parlare per enigmi:

Magari dopo questa parentesi si potranno aumentare le occasioni di incontri collegiali nei quali discutere sulle modalità di accelerazione delle iniziative tendenti a risolvere i problemi della nostra città”.

Nel frattempo, Sua Santità trova il modo per dolersi delle mancate spiegazioni del gesto rinunciatario del suo, ormai ex, segretario di stato e manifesta il timore che, a seguito di questo atteggiamento, imperversino le solite dietrologie dei soliti avvoltoi.

Insomma, il quadro è questo: tutto un blocco di potere ha reso sistematica la pratica del “non dire”, del “non spiegare”, del “non rendere pubblico” ciò che è pur sempre di pubblico interesse – e la casistica è ormai imponente: dai problemi giudiziari dei politici al caso della ex-cementeria, etc. -, eppure questo non impedisce di sgomentarsi, all’interno stesso dei propri patti e accordi e comitati d’affari,  per i “silenzi”di turno.

Qua s’è fatto ricorso a categorie mariologiche per non farne un altro più opportuno, e pure più preoccupante, alle categorie “mafiologiche”, vedi i fenomeni omertosi, i riposizionamenti, i tradimenti, le pugnalate alle spalle tipiche dei regolamenti di conti “interni”. Non ci avventuriamo su questo terreno perché terrorizzati dall’ammonimento pontificio a non comportarci almeno noi da “avvoltoi”. Non sia mai che ci si accusi di parlare per bocca delmaligno. Pertanto, preferiamo tornare allo spirito religioso di questi giorni di presepi, confidando a tal proposito in un pastorellismo diffuso. Lo stesso spirito religioso cui ci esortano, tra l’altro, le colonne dell’Avvenire de’ noantri, concludendo l’intervista a un’Immacolata Concezione che ha appena finito di predicare il bene comune:

Grazie. Grande è la speranza che l’ascoltino”.


Genuflettiamoci.