Un capabbascio terrificante è quello che ha preso la politica. Lo testimonio dall’osservatorio pugliese dove impazza il metodo “onomastico”. Mi spiego: uno dice mi ricandido perché ho fatto bene, un altro dice non mi avrete se si candida quello che si è autoricandidato, e il perché mica lo dice, basti sapere che si chiama Vendola; quindi Casini mai con Vendola, senza spiegare le ragioni del veto; analogamente predica Zazzera: no a Vendola per via di Tedesco – una solfa ripetuta fino alla dolenzia epididimale di tutto l’elettorato italovaloriale, non prettamente un ragionamento politico. Via, si può fare di più; allora si tira fuori il nome del sindaco di Bari Emiliano, perché Emiliano è Emiliano, un michelone grande e grosso, quale miglior nome questo territorio potrebbe mai esprimere per contendere a Nikita la liderscìp della coalizione dicentrosinistra senzaspazio tra la di e il centrosinistra? Ma perché? Basta domandarsi perché. Perché il perché nessun lo spiega, conta solo il peso specifico di un nome da opporre al peso che fa specie di un altro nome. Ma che succede se si fanno le primarie? Vendola batterebbe il suo avversario scendendo in campo con la riserva primavera di se stesso – perché sarà anche berlusconico portamento ma mi pare estremamente vero che il popolo sia col governatore della Puglianois; e se questa è l’aria che tira l’iperuomo Emiliano prende a interrogarsi su come garantire una seggiola al suo nome e pure una sdraio al suo cognome: hai visto mai che è possibile mantenere una carica comunque vada? Basta ricicciare sevizie ai regolamenti e con opportuna manucaptazione, alla fin fine neanche tanto penosa, si ottengono norme bivalve, altrimenti dette ad personam. Ma come toccare il grado zero del totonomine? Con le dietrologie, ovvio: ma Tedesco non è anche amico di Emiliano? E dietro Emiliano non c’è D’Alema? Mannò, dài, Emiliano non è mica così amico di D’Alema. Ti dico di sì invece. Invece è D’Alema che non è amico di Emiliano, visto che facendolo correre sapendo di perdere (per lo sconcerto di tutti) lo usa per svendersi la Puglianois. Svendersi la Puglia? Essì perché a un altro livello, diciamo al livello celeste, c’è il lìder maximo che sta giocando a dadi col suo nome. Occhio, però, ai ribaltamenti: Emiliano deve aver fiutato qualcosa e decide pertanto di abbandonare la contesa. Che se la veda da solo Vendola, se vuole proprio masturbarsi che lo si lasci fare. E il PD? Diamine, è pur sempre un gran partito, strutturato e stratificato com’è, possibile che non solo non riesca ad avere un’idea di paese ma che non riesca neanche a cacciare fuori un suo nomignolo? E un ruttino involontario? Manco quello? Che cazzo PD, però! Fermiamoci un attimo: ragioniamo a Boccia ferma. E mentre quelli si calmano, si rassettano, si raffreddano e si indirizzano ecco Di Pietro che dice: ci diano un nome e noi lo votiamo.

Ma come?! Cos’è questa religione nominalistica?

E la politica? E la proposta? Il progetto? L’orizzonte?

Questo non è nemmeno antiberlusconismo. Tutto questo è PEGGIO del berlusconismo.

E tu vota Berlusconi!