sentendomi tubercolotico come una ormai esangue, clorotica badilante del Voreux esorcizzo i miei timori allunandomi con Méliès. se il polmone s’ingromma e la nerezza d’inchiostro t’impiomba nella depressione niente risolleva meglio del bagliore magico nel buio amniotico d’un cinematografo, e l’ingagliardir di lanternismi che da principio questo si fu.

per chi non capisce aggiungo solo che siamo dalle parti dell’anaconda ovvero delle metafore sulla germinazione, di Zola e di Vita Maria. come dire o affermare la possibilità di fecondazioni postume.

siamo a fine ottocento, compris? siamo nell’obice del 2010 che si infila come un dito nell’occhio della penultima fin de siècle. siamo al vero, mortale testacoda intersecolare.

non nel 2012 MAIS, ET POUR CAUSE:

APOCALYPSE  NOW!

e la sconcia italia che mi costerna e non mi vede