Peter Genito, campano di origine e piemontese per caso, trapiantato a viva forza nella campagna toscana dove vive solingo nella casa di Ponte agli Stolli, professa un solo battesimo: quello nel dio dell’amore e nella forza dei versi. Erotopaegnia, scherzi d’amore è una raccolta dei suoi.

Ma con l’amore si scherza?

L’amore è l’arte sublime del non prendersi mai sul serio.

Quindi l’amore pervade ogni aspetto della vita?

Sì.

Quindi la vita?

Beh, sì, mia nonna Colarusso Antonia, detta Nannina, mi diceva quando da bambino piangevo: “La vita è ‘a mmanica ‘e giravita”. È un nonsenso tutto campano, viene da una donna che ho amato moltissimo, che racchiude tutto l’assurdo della nostra esistenza e che le mie poesie cercano di descrivere e di scongiurare.

Ti spaventa l’assurdo?

No ma sento di scongiurare perché l’assurdo è l’assenza di amore e la mia poesia intende supplire a questa mancanza parlando al cuore e allo stomaco.

In proposito potresti citare dei tuoi versi?

Da Come dalla gola “calcoli generi numeri / innumeri ingeneri rabbia / vendetta in me / che amo vivo soffro / senza numeri / senza freni / senza semi i mandaranci non li amo / senza remi la barca non va”.

Come definiresti la tua poesia?

Con due aggettivi: rancorosa e parenetica.

Prego?

Esortativa.

Verso chi?

Verso chi l’ascolta, non certo verso l’autore. Il mio riferimento letterario è Edoardo Sanguineti. Vorrei saper giocare come lui con la lingua. Cerco di sorprendere il mio lettore giocandogli in contropiede con le parole e con i suoni.

Ma alla poesia degli effetti speciali, se fosse solo quello, non mancherebbe decisamente qualcosa per arrivare al cuore e allo stomaco?

Da sempre la poesia è musica che origina e scaturisce dalla vita ma che se ne distacca allegramente. Ho smesso di credere da vent’anni alla poesia impegnata.

Peter, tu sei profondamente cattolico, vero?

L’avverbio giusto è “radicalmente”.

Lo sei sempre stato?*

* Un codicillo imprescindibile delle interviste condotte da Nicola Sacco prevede che queste debbano concludersi rigorosamente con una domanda dell’intervistatore, ovveromente con una risposta lasciata in sospeso.