le torsioni dell'anaconda

restare fermi passin passetto

Il bisogno di seppellire i morti e la necessità ineludibile di dar corso a ai connessi rituali di lavaggio, ricomposizione e vestizione della salma, nonché la scrupolosa tradizione di manutenzione del sepolcro, sono in relazione di totale identificazione con la medesima ineludibile necessità che si prova di coprire il buco osceno, fetido, corruttore e mistificatore della morte. La morte deve essere ricoperta di fulgidi panneggi, preziosi tessuti, risplendenti abiti (i migliori che siano appartenuti al defunto). Perché questa è la Pietà. Mai ebbi e constatare che pietà l’è morta. Sbalorditiva impostura. Mai nella mia vita, mai nella comunità in cui vivo. Tutto ci parla della meravigliosa vicenda dell’uomo su questa terra, del compimento di umanità cui è chiamato (Hereafter, Departures, Michele Misseri, Un tram che si chiama desiderio, vitemarie e punticorradi in anaconda, Suttree pagg.. 178-182, gli zombies di Romero, i fortunato loperfido e sigismondo criscuolo), del nostro obiettivo di civiltà ormai già ben più che traguardato nella notte dei tempi (Antigone e i giudaico-cristiani imperativi ormai mitici). Cosa che equivale a dire che, meravigliose rappresentazioni di Clint Eastwood Yojiro Takita e Nicola Sacco a parte, è dalla notte dei tempi che non c’è progresso di civiltà, non è dato esserci. Non è dato Esserci.

funghi patogeni, riflessioni su due ruote

troppa grazia /8

L'Histoire Érotique
Ma insomma, devi manifestarti! Dove sei finito? Non tollero, oh no!, non tollero, non più a lungo potrò tollerare il tuo silenzio! Porta qui il cazzo della tua figura intera! Voglio vederti, sbrigati! Sono stanca, patita, tormentata dai teleobiettivi, ho bisogno di riposare.

(continua)

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funghi patogeni, riflessioni su due ruote

troppa grazia /7

L'Histoire Érotique
Nella notte lei gli appare.
Angelo, ti percepisco da lontano come ciò che mi manca. Come una primitiva forza della natura. Non scomparire. Quando torni? Non tollero essere abbandonata.
“Ti amerò domani. Tu però ancora non mi apostrofi. Aspettavo con ansia il tuo nomignolo, questo battesimo.”

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funghi patogeni, riflessioni su due ruote

troppa grazia /6

Perché un ricordo si formi, la conoscenza [che occorre] è pertinente ai contrasti delle disposizioni d’animo, delle situazioni, delle circostanze. Una situazione erotica, nella quale il punto essenziale è stato l’isolamento tranquillo della vita in campagna, si lascia a volte nel modo migliore ricordare e interiorizzare nel ricordo (erindre og inderindre) in un teatro, dove l’ambiente e il rumore producono il contrasto. Non è però sempre l’aperto contrasto, quello felice. Se non fosse non bello usare come mezzo un essere umano, sarebbe forse alla volta una contraddizione felice, al fine di ricordare una situazione erotica, quella consistente nel procurarsi una nuova storia d’amore, puramente e semplicemente per ricordare l’altra. I contrasti possono essere in modo estremo oggetto di riflessione. Il culmine estremo del rapporto di riflessione fra la memoria e il ricordo è nell’usare la memoria come ricordo.

[s. k.]

L'Histoire Érotique
“Dimmi come ti senti oggi.”
“Come un buzzurro.”
“In quanto femmina ancorché decaduta ho un debole innato per buzzurri, brutali, guardiacaccia e famigli. Purché giovani e sani.”
“Anche per quelli afflitti da un’ansia di emancipazione da cotanto stato?”
“Assolutamente sì”
“Ma che te ne fai della giovinezza brutalista se hai bisogno soltanto di veglie.”
“Macché veglie! Provo per te una sensuale, sinistra inclinazione. Mi sa tanto che dipende dalle tue cosce di ciclista mentre la preghiera ti sboccia nel cuore.”
“Mi mandi in solluchero.”
“Adesso tutti questi pellegrini dovranno pregare perché la situazione non ci sfugga di mano. Rischiosissima. Percepisco una strana ebbrezza. Adesso vai ma non sparire per giorni!”

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funghi patogeni, riflessioni su due ruote

troppa grazia /5

L’eros è conflittualità farneticante dell’io. il porno è, al contrario, oggettità irreciproca dei corpi non squalificata da nessun soggetto; oggettità che eccede il desiderio, o-scenità irrappresentabile. Carne senza concetto. [c.b.]
L'Histoire Érotique
Quanta forza ha di scattare ancora qui, su questo colle proibitivo.
“Siamo precipitati, Angelo. Adesso devo cambiarti il nome, affibbiartene uno nuovo di zecca che partecipi del nostro mutuo scambio di atti caritatevoli. Mentre io col mio corteo di fantasmi muovo ad una attesa cui non potrai mancare. Dio, come sei giovane! Ricorda, puoi solo vegliarmi.”

(continua)

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funghi patogeni, riflessioni su due ruote

troppa grazia /4

L’eros è conflittualità farneticante dell’io. il porno è, al contrario, oggettità irreciproca dei corpi non squalificata da nessun soggetto; oggettità che eccede il desiderio, o-scenità irrappresentabile. Carne senza concetto. [c.b.]
L'Histoire Érotique

Di notte sogna di vederla sotto le infinite arcate della chiesa, tra i banchi, di fianco al marito e al figlioletto. È innamorato. Lei si volta, lo guarda liquida, capisce e dice: “Sì ma adesso devi venire a prendermi dall’aldilà. Sono una statua cadavere, non puoi avermi, puoi solo vegliarmi”. Poi Angelo si sveglia e non conta più i muri che riuscirebbe a scalare in bici per la rabbia di aver perso quel sogno.

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funghi patogeni, riflessioni su due ruote

troppa grazia /3

L’eros è conflittualità farneticante dell’io. il porno è, al contrario, oggettità irreciproca dei corpi non squalificata da nessun soggetto; oggettità che eccede il desiderio, o-scenità irrappresentabile. Carne senza concetto. [c.b.]
L'Histoire Érotique

Negli occhi fotogrammi di pellegrini accaldati che ghermiscono altri fotogrammi attraverso i loro cellulari lampeggianti sul bronzo della statua.

“Dimmi se ti innamori.”

“Da molto non mi capita” dice Angelo.

“Io mi innamoro di gente che mai mi corrisponde ovvero si spaventa di me e fugge. La gente si spaventa se le faccio conoscere tutta la mia biografia, allora ho inventato una versione edulcorata.”

L’acido lattico ha rotto gli argini: le immaginette, le statue a grandezza naturale, i grani di rosario, i libri sulla madonna, sono veleni nel sangue che i muscoli potrebbero rifiutarsi di smaltire. I polmoni bruciano come vi fosse stata scolata dentro una manciata di sabbia.

“Una storia come la mia è come un giacimento di uranio a cielo aperto. Rischio di far scappare le persone di fronte a tanta memoria di orrori patiti. Oppure di impietosirli. E io non voglio essere compatita.”

Sofferenti di varia natura si accalcano attorno a una bancarella. Un garbuglio di cerotti, garza e ovatta imbrattati di sangue e un fazzoletto, ben spiegato dietro il vetro di una campana, con una macchia nerastra al centro che si stempera in un più ampio alone affumicato su tutta la superficie restante del cotone. Non ricordi bene: era forse l’espettorato della sguattera tisica che per prima ebbe qui l’apparizione?

“Invidio molto la tua padronanza sulle due ruote. I tuoi polpacci e le tue cosce. Ma raccontami di te. Così. A pezzettini. Io oggi tempestata di preghiere e di giornalisti che devono scrivere su di me. C’è un mio amico giornalista con il quale per gioco ci diciamo delle stronzate tipo ti amo, oh sì, quanto ti amo. Mi assillano perché gli racconti degli episodi inediti per i loro mensili.”

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altri spot, letteraria

oh, recchie!

altri spot, le torsioni dell'anaconda, letteraria

funghi patogeni, riflessioni su due ruote

troppa grazia /2

L’eros è conflittualità farneticante dell’io. il porno è, al contrario, oggettità irreciproca dei corpi non squalificata da nessun soggetto; oggettità che eccede il desiderio, o-scenità irrappresentabile. Carne senza concetto. [c.b.]
L'Histoire Érotique
Di nuovo su quei tornanti. L’arrampicata questa volta è un incubo di fatica, tendini e tessuti tirati allo spasimo sul punto di strapparsi. Troppo ravvicinata. Ma la smania di tornare sul luogo in cui lo spirito santo gli si era manifestato era incontenibile.

“Non voglio sapere qualcosa di te. Voglio che tu mi parli di te, Angelo. Mi s’è fatta voglia di sentire la tua voce.”
“Non saprei da dove cominciare. Fammi una domanda precisa.”
“Hai mai fatto il chierichetto?”
“Il chierichetto mai. Solo una volta, al quartiere popolare dove abitavano i miei nonni fui trascinato ad una messa dove si ritrovarono improvvisamente con penuria di chierichetti e mi fu proposto di assistere il prete nella funzione religiosa. Mi buttarono addosso una tunica troppo lunga nella quale non feci che inciampare tutto il tempo. E non sapevo poi cosa fare, sbagliavo tutti i movimenti nonostante mi fosse stato detto di non starmene troppo a preoccupare. Ma credo sia stato uno dei momenti più penosi della mia esistenza.”
“Il giorno più bello della tua vita.”
“Non mi sovviene. Sarà povertà di spirito?”
“Il tuo ricordo più antico.”
“Potrei confondermi, potrei credere di averne individuato uno e magari dopo scopro che ce n’è un altro prima.”
“Va bene, adesso vai che c’è tutta questa umanità che mi prega. Ma sappi che so cosa mi vorresti chiedere, per cosa vorresti che io intercedessi. Questo ti lega a me e da ora sei mio devoto. Devi manifestarti tu qui da me.”

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